strain10_ANDREW CABALLERO-REYNOLDSAFP via Getty Images_state of the union ANDREW CABALLERO-REYNOLDS/AFP via Getty Images

Joe il populista

WASHINGTON – Il populismo è creciuto in risposta alla crisi finanziaria del 2008. Sul fronte politico della sinistra negli Stati Uniti, il movimento Occupy Wall Street, le preoccupazioni eccessive rispetto alla disuguaglianza sociale e la campagna delle primarie per la presidenza di Sanders nel 2016, inaspettatamente di impatto, hanno segnato un importante cambio di rotta rispetto alla politica più centrista dell’era precedente alla Grande Recessione. Sul fronte politico della destra, Donald Trump ha invece cavalcato l’onda del risentimento populista, della xenophobia e del nazionalismo per arrivare alla Casa Bianca.

Promettendo un ritorno alla normalità, Joe Biden ha poi sconfitto Sanders alle primare del partito democratico del 2020 per le presidenziali e ha poi vinto contro Trump alle elezioni. Tuttavia, nel suo discorso dello Stato dell’Unione del 2023, che dovrebbe essere considerato come la tabella di marcia di una potenziale campagna di rielezione, anche Biden ha dato ampio margine al populismo. Nonostante abbia sconfitto un presidente in carica nel 2020, cosa poco comune nella storia statunitense, Biden sembra pensare che le elezioni del 2024 porteranno a un mondo a favore di una visione alla Trump/Sanders.

Consideriamo come si è posizionato Biden su quattro questioni chiave. Innanzitutto, ha sostenuto delle politiche nazionalistiche per i contratti di governo promuovendo l’industria manifatturiera nazionale e criticando le precedenti amministrazioni per non aver fatto abbastanza su questo fronte. Ha poi annunciato dei “nuovi standard per i materiali edili da utilizzare nei progetti per le infrastrutture a livello federale”, ovvero legname, vetro, cartongesso, cavi in fibra ottica “di produzione americana”, dichiarando che sotto il suo mandato “le strade americane, i ponti americani e le autostrade americane verranno costruite con materiali americani.”

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