roubini162_Win McNameeGetty Images_gasprices Win McNamee/Getty Images

La nuova stagflazione è a prova di politica?

NEW YORK – L’economia mondiale ha subito due gravi shock negativi dal lato dell’offerta, prima a causa della pandemia da Covid-19 e ora con l’invasione dell’Ucraina voluta dal presidente russo Vladimir Putin. La guerra ha ulteriormente dissestato l’attività economica e provocato un aumento dell’inflazione dal momento che i suoi effetti a breve termine sull’offerta e sui prezzi delle materie prime si sono sommati alle conseguenze di uno stimolo monetario e fiscale eccessivo nelle economie avanzate, in particolare gli Stati Uniti, ma anche altre.        

Tralasciando le profonde ramificazioni geopolitiche della guerra nel lungo periodo, l’impatto economico immediato ha assunto la forma di un aumento dei prezzi dell’energia, dei generi alimentari e dei metalli industriali. Questo, associato a ulteriori interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali, ha esacerbato le condizioni stagflazionistiche emerse durante la pandemia.

Uno shock negativo di stampo stagflazionistico dal lato dell’offerta pone i banchieri centrali di fronte a un dilemma. Essendo interessati ad ancorare le aspettative d’inflazione, dovrebbero normalizzare la politica monetaria in tempi rapidi, anche se ciò potrebbe portare a ulteriori rallentamenti della crescita e magari a una recessione. Essendo, però, interessati anche alla crescita, dovrebbero procedere alla normalizzazione della politica in modo lento, anche se ciò comporta il rischio di uno sganciamento delle aspettative inflazionistiche e l’innesco di una spirale prezzi-salari.    

https://prosyn.org/5Najhhhit