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Chi ha paura di una politica monetaria regolamentata?

STANFORD – Diverse banche centrali a livello mondiale stanno portando avanti una revisione formale delle strategie applicate alle politiche monetarie alla luce del Covid-19 e degli sviluppi che hanno portato alla diffusione della pandemia. Purtroppo, nell’ambito di questa revisione sembra che vengano prese in considerazione le lezioni sbagliate dalle sfide affrontate e da affrontare.

Una delle prime banche a terminare quest’esercizio è stata la Federal Reserve degli Stati Uniti che ha deciso di passare a una nuova “forma flessibile di target d’inflazione media”, come ha spiegato il Presidente della Fed, Jerome Powell, nel discorso annuale alla conferenza di Jackson Hole sulla politica monetaria ad agosto. Allo stesso modo, il Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha detto alla XXI conferenza “ECB and Its Watchers” che la BCE è nel pieno della sua “revisione della strategia di politica monetaria”. Infine, il Governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha affermato che sono in corso una serie di discussioni con il nuovo Primo Ministro Yoshihide Suga sulla gestione della pandemia e sull’adeguatezza della nuova strategia di politica monetaria.

Alla luce di queste discussioni, è inizialmente parso che fosse in atto una spinta volta a riformare l’intero sistema monetario internazionale e che ciascun paese o regione fosse pronta ad adottare una strategia simile a quella della Fed, ovviamente adeguandola alle proprie circostanze. Tuttavia, sembra non sia più così. “Per lo meno”, ha affermato Otmar Issing, ex Capo economista e membro del Consiglio d’amministrazione della BCE in gran parte responsabile per aver direzionato il corso originario della politica della BCE, “le altre banche centrali non dovrebbero seguire ciecamente la nuova strategia della Fed.”

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