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Vale la pena tentare di destituire Trump

CHICAGO – Venerdì 8 gennaio la speaker della Camera Nancy Pelosi ha annunciato, per la seconda volta in un anno, l’avvio di un’inchiesta per l’impeachment del presidente americano Donald Trump, con la speranza di rimuoverlo dall’incarico prima che faccia altri danni al paese. Il primo tentativo, iniziato nel dicembre del 2019 e conclusosi a febbraio del 2020, è stato futile e avventato, e ha finito per dare a Trump una piccola spinta politica. Questa volta, i democratici affrontano nuovamente grandi difficoltà, ma dovrebbero andare avanti. L’impeachment offre la possibilità di impedire a Trump una sua nuova candidatura, e questo basta a giustificare il rischio di fallimento.

Secondo la Costituzione degli Stati Uniti, la Camera deve prima approvare gli articoli per la messa in stato di accusa con un voto a maggioranza. Con i dem che detengono la maggioranza, questa sarebbe la parte facile. La parte difficile arriva al Senato, dove 17 senatori repubblicani dovrebbero unirsi ai democratici per garantire la maggioranza dei due terzi necessaria per far decadere il presidente.

Molte persone aspettano da anni che i repubblicani riconoscano l’inidoneità di Trump alla carica e lo abbandonino. Ma nonostante una litania di scandali, fallimenti politici e bugie oltraggiose, Trump ha mantenuto la propria base elettorale, costringendo i politici repubblicani a cercare la rielezione per avere il suo sostegno. Questo semplice fatto spiega perché quasi ogni funzionario eletto repubblicano sia rimasto fedele al presidente.

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