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È tempo di un giubileo selettivo del debito

NEW YORK – La crisi da Covid-19 lascerà molti soggetti pubblici e privati sommersi da debiti insostenibili. Siamo ancora nella fase “pre-keynesiana” di shock dell’offerta e della domanda di quella che potrebbe essere una depressione globale. Ma una volta sconfitto il virus, le famiglie punteranno al risparmio, e le imprese saranno restie a realizzare investimenti, causando un ulteriore calo della domanda aggregata – la fase keynesiana. Gli stimoli fiscali finanziati dal deficit, monetizzati ove possibile, saranno probabilmente gli unici strumenti in grado di colmare l’output gap (ossia la differenza tra quanto produciamo e quanto potremmo produrre ogni anno, ndt).

In qualità di emittente della valuta di riserva dominante del mondo, gli Stati Uniti hanno meno vincoli di altri paesi in termini di capacità del governo federale di indebitarsi e monetizzare il debito pubblico. La risposta da loro messa in campo sinora sul fronte della politica economica – il Coronavirus Aid, Relief and Economic Security (CARES) Act – stanzia 2,3mila miliardi di dollari per forme di sostegno al reddito, sovvenzioni, prestiti, acquisti di beni e altre garanzie. Secondo il CBO (Congressional Budget Office), la normativa farà lievitare il deficit federale di “soli” 1,7mila miliardi di dollari nel prossimo decennio. La differenza riflette i 454 miliardi di dollari messi da parte per finanziare le garanzie per gli strumenti di prestito per le emergenze stabilite dalla Federal Reserve americana, partendo dal presupposto che tali garanzie non saranno mai effettivamente invocate.

Se solo fosse così. Un altro disegno di legge finanziaria da 3mila miliardi di dollari, recentemente passato alla Camera dei Rappresentanti americana controllata dai democratici, sarà probabilmente adottato in qualche modo dal Senato, e altri stimoli potrebbero seguire. I legislatori si stanno rendendo conto che, anche negli Stati Uniti, molti governi statali e locali non avranno i mezzi per superare la crisi senza garanzie su prestiti e debiti o senza trasferimenti diretti da parte del governo federale.

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