ROMA – Per la prima volta nella sua storia dal dopoguerra, l’Italia potrebbe essere presto governata da un partito che affonda le radici nei detriti del movimento fascista di Mussolini. Se, come appare probabile, Fratelli d’Italia (FdI) si ritroverà a capo della coalizione di governo, la politica europea subirà un cambiamento profondo.
Giorgia Meloni, carismatica leader di FdI, è stata accusata di essere “neofascista”, e sia FdI che il secondo partito della sua coalizione, la Lega, sono stati bollati come “populisti”. Entrambe le etichette mancano il punto. Vero, questi partiti hanno sfruttato il crescente malcontento di alcuni elettori e adotterebbero una posizione rigida su temi quali l’immigrazione e la sicurezza. Ma Fratelli d’Italia non intende certo sovvertire la democrazia liberale.
Le sue ambizioni risiedono altrove. Riconoscendo che la chiave del successo delle due grandi famiglie politiche europee, i cristiano-democratici e i socialisti democratici, è una cultura politica ed etica ben sviluppata, FdI sta cercando di gettare fondamenta simili per la destra, per consentirle così di ottenere e mantenere il potere anche in futuro. È questa l’insidiosa sfida con cui il pensiero progressista deve fare i conti.
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The long-standing economic consensus that interest rates would remain low indefinitely, making debt cost-free, is no longer tenable. Even if inflation declines, soaring debt levels, deglobalization, and populist pressures will keep rates higher for the next decade than they were in the decade following the 2008 financial crisis.
thinks that policymakers and economists must reassess their beliefs in light of current market realities.
Since the 1990s, Western companies have invested a fortune in the Chinese economy, and tens of thousands of Chinese students have studied in US and European universities or worked in Western companies. None of this made China more democratic, and now it is heading toward an economic showdown with the US.
argue that the strategy of economic engagement has failed to mitigate the Chinese regime’s behavior.
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ROMA – Per la prima volta nella sua storia dal dopoguerra, l’Italia potrebbe essere presto governata da un partito che affonda le radici nei detriti del movimento fascista di Mussolini. Se, come appare probabile, Fratelli d’Italia (FdI) si ritroverà a capo della coalizione di governo, la politica europea subirà un cambiamento profondo.
Giorgia Meloni, carismatica leader di FdI, è stata accusata di essere “neofascista”, e sia FdI che il secondo partito della sua coalizione, la Lega, sono stati bollati come “populisti”. Entrambe le etichette mancano il punto. Vero, questi partiti hanno sfruttato il crescente malcontento di alcuni elettori e adotterebbero una posizione rigida su temi quali l’immigrazione e la sicurezza. Ma Fratelli d’Italia non intende certo sovvertire la democrazia liberale.
Le sue ambizioni risiedono altrove. Riconoscendo che la chiave del successo delle due grandi famiglie politiche europee, i cristiano-democratici e i socialisti democratici, è una cultura politica ed etica ben sviluppata, FdI sta cercando di gettare fondamenta simili per la destra, per consentirle così di ottenere e mantenere il potere anche in futuro. È questa l’insidiosa sfida con cui il pensiero progressista deve fare i conti.
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